Ragazze...come promesso ecco il nuovo capitolo di Endless Night! Ma (purtroppo c'è un "ma") il capitolo non è molto lungo. Come ha detto Bella in New Moon,devo essere un po' a secco di immaginazione e per quanto abbia cercato di dilungarlo,non avrei potuto fare più di così. In un commento c'era scritto che il capitolo precedente non era scorrevole,e questo mi dispiace molto. Ma se volevo rendere il capitolo scorrevole ho dovuto tagliare molte parti. Non mi odiate per favore!
Ps: il capitolo che state per leggere è stato scritto per una buona parte dalla nostra Sara (adesso la nipotina di Jake! XD)Buona lettura!
Capitolo 9 - Sorprese
“Aro?”chiesi stupita. Aro. No,non poteva essere. Allora non era solo una visione di Alice,di quelle che,spesso,non si realizzeranno mai. Quella era la realtà. Dovevo farmene una ragione. Non potevo più permettermi di pensare che forse,un giorno lontano i Volturi sarebbero arrivati e avrebbero controllato che Nessie fosse cresciuta. Ma proprio come la cresciuta di Nessie mi era sembrata tremendamente precoce,anche l’arrivo dei Volturi era arrivato velocemente e di soppiatto. Senza che te ne potessi accorgere,perché in questo campo i Volturi erano dei maghi.”Beh,l’ultima volta che ricevetti un regalo da lui ci fecero una visita.”ricordai.
“C’è anche un biglietto.”disse Alice passandomi un piccolo foglio di carta. er colmare il vuoto del tempo che ci separa dal nostro prossimo incontro. Aro
Rimasi interdetta:”Aro...”, pronuncia quel nome come uno sputo.
“Si i fiori sono diretti a noi due Bella, un mazzo di rose ciascuna. E' un avvertimento...Vuole fare in modo di assimilarci Bella....se vogliamo avere salva la vita....”. Vidi Edward con la coda dell’occhio stringere i pugni. Preferii non guardarlo in viso,non potevo e non volevo.
“Certo, certo,”, la incalzai, “non lo sopporto più, ma cosa crede? Di poter decidere delle nostre vite a suo piacimento?...”. Ero furiosa, avviai il motore e partii, dovevamo mettere al corrente il resto della famiglia delle novità. Durante il viaggio di ritorno Alice continuò ad avere strane visioni: “Jane, vedo Jane, Bella. La vedo vagare sola, ma non capisco dove...è spaventata e disorientata. Vedo tanto sangue e poi niente, l'immagine sparisce...eccola di nuovo, sta cercando qualcosa o qualcuno....Ancora niente, di nuovo. Vuoi vedere che ci sono di mezzo ancora i lupi?”, disse, “mi verrà di nuovo il mal di testa, uffa!”, sbuffò sconsolata. Edward mi si avvicinò e mi strinse forte a sé.
“Bene,almeno siamo sicuri che verranno. Si insomma,niente mezzi morti alla porta.”disse Jake vicino alla porta,dove il nostro odore si affievoliva.
“E siamo sicuri che i vampiri della mia visione sono quattro.”disse Alice,con noncuranza,quasi fosse irrilevante.
“Non due?”chiese Edward,serio. Questa volta non riuscì a nascondere la preoccupazione. Si vedeva chiaramente quanto fosse inquieto,non solo per la famiglia Cullen,ma anche per il branco di Jake.
“Jake.”disse Nessie,dolcemente.
“Si?”
“Questa notte dei dormire.”lo fissò negli occhi e non intendeva storie.”
“No Ness...ce la posso fare.”
“No cavolo! Nel caso in cui dovessimo combattere non sarebbe il massimo vederti barcollare o svenire nel bel mezzo della lotta.” Gli strinse la mano destra e la sua voce tornò dolce. Era preoccupata per lui. Stava facendo quello che io,anni prima,facevo. Si prendeva cura di Jake,perché lui non lo faceva abbastanza.
“Ok. Ma sono troppo stanco per tornare a casa. Dormirò fuori. Posso?”chiese passandosi una mano sugli occhi,stanco.
“Jacob,credo sarebbe il caso che tu dorma qui. Abbiamo più di una stanza a disposizione e potrai scegliere quella che preferisci,scusate se ho ascoltato la discussione.”disse Carlisle scendendo le scale.
“Beh,se ce ne fosse una...”
“Certo Jake! Vieni ti accompagno io,così la puoi scegliere!”disse Nessie,felicissima.
“Domattina qualcuno potrebbe svegliarmi? Anche se sono sicuro che non mi sveglierebbero nemmeno le bombe!”disse ironico Jake.
“Oh,tranquillo,con un calcio vedrai che ti svegli.”disse Alice ridendo. Riprese a danzare per la stanza,in attesa che Jasper tornasse dalla caccia.
“No,non credo che un calcio mi sveglierebbe.”
“Neanche un bacio?”chiese Nessie. La vidi arrossire e guardare a terra. Jacob era a disagio,mi scappò una risata.
“Si,cioè...ehm.”
“Tranquillo Jake. Non ti staccherò la testa.”dissi scherzando.
“Grazie Bells,ero molto preoccupato che tu potessi farlo! Beh,non scherziamo. Tu ed Edward siete troppo lenti per riuscire a prendermi.” Sul viso di Jacob comparve un sorriso.
“Dici?”chiese Edward. Anche sul suo volto comparve un sorriso. Un sorriso che normalmente avrebbe fatto rabbrividire un umano.”Prima o poi ti dimostrerò di cosa sono capace.”
“Non sono sicuro di voler perdere tempo con un nonno.”disse Jake.
“Ed io con un ragazzino.”ribatté velocemente Edward.
"Ragazzi,non c’è bisogno che dimostriate niente.”Lasciai la mano di Edward e incrociai le braccia al petto.
“Perché?”chiese Jake,sfidandomi con lo sguardo.
“Semplice,perché la migliore sono io.”Nessie ed Alice risero a crepapelle. Edward mi si avvicinò,sussurrandomi all’orecchio “Hai ragione.” Mi prese il volto fra le mani,dandomi un tenero bacio sulle labbra.
“Ok,ragazzi. Jacob è molto stanco. Nessie,mostragli la sua stanza.”disse Carlisle,con calma.
“Vieni Jake.” Jake seguì Nessie al piano di sopra.
Quella notte fu la più lunga in assoluto che ebbi l'occasione di vivere da quando ero diventata una vampira. Non mi era chiaro cosa fosse accaduto dopo che Jacob era andato a dormire. Ricordavo solamente di essere rimasta abbracciata a Edward per così tanto tempo che ad un certo punto, mentre ascoltavo la sua voce melodiosa cantare la mia ninna nanna, mi era sembrato di essere caduta in una sorta di dormiveglia.
Sapevo che non era possibile, anche perchè la mia mente era comunque sveglia ed in allerta, ma in quel momento era come se ci fosse qualcosa di infinitamente più forte a trattenermi in quel limbo, mi sentivo andare alla deriva e avevo la netta sensazione che una parte di me fosse uscita dal corpo e mi stesse osservando dall'esterno.
L'immagine che appariva ai miei occhi era di una dolcezza e di una bellezza quasi insostenibili: Edward stava seduto sulla sedia a dondolo e mi avvolgeva teneramente tra le sue braccia: entrambi con gli occhi chiusi sembravamo due figure fuse in un'unica essenza e scolpite nella pietra.
Sembravamo l'immagine dell'amore e dell'infinito, due concetti così astratti ma anche così tangibili che riuscii a perdermi nei lineamenti dei nostri volti, tanta era la carica emotiva che sprigionavano fondendosi nella posizione in cui si trovavano i nostri corpi: l'uomo che protegge la sua amata racchiudendola, come un prezioso tesoro, tra le sue braccia forti, preservandola dai dolori della vita e dalle angherie del mondo.
Un'immagine tanto splendida quanto singolare, visti i soggetti, figli delle tenebre che incarnavano tanto e potente sentimento: stentavo a credere che potessimo essere veramente Edward ed io.
La sensazione che vissi quella notte osservando da spettatrice quel quadro fu mille e mille volte più potente di tutte le volte in cui avevo fatto l'amore con Edward.: l'amore fisico ti lasciava senza fiato ed avevi il tempo di beartene nell'attesa del successivo incontro. Ma questa immagine così forte mi aveva lasciato dentro una speranza sconfinata e una certezza che nessuno mi avrebbe mai portato via: la consapevolezza che insieme saremo stati in grado di spezzare qualsiasi giogo, nessuna catena, male o potere che fosse, avrebbe mai potuto renderci schiavi.
L'amore che provavamo l'uno per l'altra ed i profondi sentimenti sui quali i Cullen avevano basato la loro intera esistenza, erano i medesimi che ci avrebbero resi liberi di vivere secondo i nostri criteri di tolleranza e coesistenza pacifica con gli altri, senza peraltro tradire quella che era l'unica legge che veramente contasse e cioè la segretezza su ciò che eravamo.
Mentre ero persa in questa scia di pensieri, una voce lontana chiamava qualcuno; mi guardavo atorno ma non vedevo nessuno e più la voce chiamava e più la sentivo diventare reale. Come scossa da un profondo torpore, mi resi conto che quella voce, prima dolce e vellutata, poi intrisa d'inquietudine, chiamava me.
“Bella, Bella, rispondimi!”, quella voce che continuava a chiamarmi, ora in maniera concitata, apparteneva ad Edward. Non appena ne fui certa, aprii gli occhi e lo guardai smarrita.
“Che succede, amore mio?”, chiesi.
“Dovresti spiegarmelo tu, veramente. Mi hai spaventato a morte! All'inizio, mentre canticchiavo la tua ninna nanna, sembrava stessi dormendo...ma poi non rispondevi più....”, nei suoi occhi una paura che solo poche volte avevo visto.
“Ma quanto tempo è passato da quando tutti se ne sono andati?”.
“Forse un paio d'ore, più o meno, ma se avessi continuato a non rispondere io....”, si interruppe.
“Sono qui Edward, è successa una cosa stranissima, non so nemmeno come definirla, ma se ti va di ascoltare, provo a spiegartelo!”. Edward annuì ed io ero talmente eccitata all'idea di raccontargli quanto avevo vissuto che non sapevo nemmeno da dove iniziare.
“E allora? Vuoi cominciare?”, mi imbeccò.
“Veramente io...”, ero imbarazzatissima, non tanto per quello che stavo per raccontare, ma per l'effetto che avrebbero causato le mie parole.
Che il mio cervello non fosse propriamente normale era un dato di fatto, ma che poi una parte di me decidesse di andarsene in giro lasciandomi mezza addormentata tra le braccia di mio marito, questo poteva avere risvolti inaspettati.
“Ok, ok, ci provo, ma prometti di non ridere!”, dissi.
Incuriosito da queste mie ultime parole si mise in ascolto e prestò così tanta attenzione da sembrare uno studente a lezione.
Gli raccontai quello che era accaduto con dovizia di particolari; attraverso la mia voce e i miei pensieri cercai di fargli vivere le stesse sensazioni che avevo provato io, ogni brivido che mi aveva percorsa mentre ci guardavo beati sulla sedia a dondolo.
Alla fine gli raccontai anche di tutte le valutazioni che l'altra me aveva fatto e gli dissi in tono leggero:”Pensi che possano esistere vampiri che soffrono di qualche turba psichica? Potrei anche essere fuori di testa o qualcosa del genere!”.
“Bella tu sei semplicemente strabiliante!”, mi disse incredulo e proseguì:”Ciò che ti è capitato è un evento molto raro, ma non è impossibile che succeda. Sai una volta ho sentito Carlisle che ne parlava con Esme. Deve essere stato nei primi anni della mia nuova vita: mio padre stava cercando di approfondire alcune ricerche fatte almeno un secolo prima!”.
Lo guardavo incredula, era mai possibile che qualsiasi stranezza esistesse al mondo, io andassi a raccattarla?
“Ti prego Edward, non dirlo a nessuno!”, gli intimai,”Mi sento una vera e propria calamita attira disgrazie! Mi rifiuto categoricamente di diventare lo zimbello dell'intera famiglia Cullen!”.
Non sapevo che pesci prendere e in quel momento se fossi stata ancora in grado di arrossire sarei diventata molto più che paonazza per la vergogna.
“Bella, perché dici così? Ciò che è successo sta sera è una cosa assolutamente meravigliosa, e....”.
“Proverò io a spiegarti ciò che ti è accaduto, Bella!”, Carlisle fece capolino dalla porta della cucina.
“Ehm, scusa! Ma tu non rispondevi, non sapevo più che fare e quindi...”, disse Edward con fare innocente ed angelico.
“Hai chiamato Carlisle. Uffa Edward sei impossibile!”, tuonai.
Mio marito rise sotto i baffi e Carlisle bonario mi disse: “Non essere arrabbiata Bella. Edward ha ragione, questo evento è raro ma non impossibile. Ed è assolutamente straordinario che sia capitato ad uno di noi!”.
“Eh già proprio straordinario!”, dissi alquanto in difficoltà, “Ti ascolto Carlisle!”. Ero fin troppo curiosa ed impaziente di sapere quale strana patologia mi aveva causato quella reazione così impensabile per un vampiro.
“Ascolta Bella. Ciò che ti è accaduto è quanto di più vicino ci sia al fenomeno dell'ipnosi come viene definita nel mondo umano!”.
Ne avevo sentito parlare migliaia di volte, spesso veniva usata anche dalla polizia per risolvere complicati casi di violenze o omicidi, ma che potesse capitare anche ai vampiri, questa mi era veramente nuova!
“Ma cosa può averla scatenata in me?”, chiesi stupita,”In fin dei conti ero ben conscia di essere sveglia, ma allo stesso tempo mi sentivo spinta alla deriva.”.
“Beh e se fosse stata la mia ninna nanna?”, chiese Edward. “Intendo dire, non è che non te l'avessi mai cantata da quando sei diventata immortale, ma questa sera era tutto così diverso....”, le sue parole si spensero e lui si perse nei suoi pensieri.
“In che senso tutto diverso? Edward?”, Carlisle non ci pensò un attimo a riportarlo tra di noi.
Mi guardò un minuto con uno sguardo tanto intriso di serenità da riuscire a tranquillizzarmi del tutto, poi parlò: “Quando tutti sono andati a dormire o in giro per casa, lasciandoci soli, io stavo sulla sedia a dondolo e ti ho presa fra le braccia. Mi sembrava tutto così giusto in quel momento era come tornare indietro, nella tua stanza di Forks, quando ogni notte ti addormentavi tra le mie braccia, mentre ti cantavo la ninna nanna....”:
“Eccola!”, dissi stupita ma finalmente del tutto consapevole.
“Che c'è Bella?”, mi fecero eco entrambi.
“La sensazione che ho provato, quella che mi ha portata lontano. Era quella, ho sentito e vissuto le stesse vibrazioni che vivevo in quei momenti nella mia stanza. Prima non l'avevo capito Edward, ma ora....”.
“Bene, credo che non ci sia nulla da aggiungere. Abbiamo trovato la causa scatenante, ma non aspettatevi che possa succedere spesso. Potrebbe anche non accadere mai più, il meccanismo che innesca questo processo in noi è molto più complesso che negli umani e purtroppo i buchi nelle mie ricerche in merito sono ancora parecchi.”, disse Carlisle sconsolato.
“Grazie.”, dissi guardandolo negli occhi,”ma non ti devi preoccupare, non ho intenzione di diventare la tua cavia, questo ti sia chiaro. Quindi accontentati di sapere che può succedere davvero, ma non aspettarti che io ci risprovi di proposito. Anche perchè con la fortuna che mi ritrovo non ci riuscirei nemmeno se lo volessi!”.
Carlisle rise e ci lascò di nuovo soli.
“Grazie”, sussurrai all'orecchio di Edward. Mi guardò negli occhi con aria interrogativa:”E per che cosa mi ringrazi? Se mi è concesso sapere?”.
“Per avermi fatto anche questo regalo. Vedi Edward, mi hai ricordato ancora una volta che noi due non possiamo esistere l'una senza l'altro. Tu sei parte di me ed io di te. Togli di mezzo uno, entrambi moriamo. E' il nostro destino, amore mio.”, gli dissi accarezzandogli dolcemente il viso.
“Isabella, io ti amo!. Da sempre e per sempre!”, rispose tenero, ma nel contempo anche con tono ardente. Poi proseguì piano:”Il mondo si evolverà sotto i nostri occhi, l'uomo farà sempre nuove scoperte, le stelle continueranno i loro cicli nel cielo, ma l'amore che sento sconfinato per te non si esaurirà mai e sarà testimone di tutte queste modificazioni che si avvicenderanno negli anni e nei secoli che devono ancora arrivare.”.
Mi baciò con passione sorprendendomi, le sue mani fra i miei capelli, sapevo che se non ci fossimo fermati la frenesia si sarebbe impossessata di noi ma quello non era il momento né il luogo. L'ombra lunga della notte stava per lasciare spazio a un nuovo giorno e molte erano le cose che avremmo dovuto fare.
Mi staccai per un attimo da lui, lo guardai e con le dita disegnai il contorno delle sue labbra assaporando la gioia del brivido che lo percorse mentre compivo quel gesto tanto usuale , ma in quel momento così fortemente voluto. “Ti amo.”, gli sussurrai all'orecchio e in quello stesso istante a est il sole fece capolino sul nuovo giorno.
I giorni passavano. Sembrava che la situazione si fosse alleggerita. Avevamo ripreso a svolgere le nostre “normali” attività. Edward aveva ripreso a suonare il piano. Io avevo deciso di rileggere “Sogno di una notte di mezz’estate”. Nessie e Jake stavano insieme giorno e notte,ma sta volta in modo diverso. Era come se si stessero conoscendo solo adesso per la prima volta. Alice e Jasper molto spesso erano fuori,in giro per i boschi. Rosalie aveva dato uno sguardo a qualche motore. Emmet aveva stretto una forte amicizia con Sarah e Alex,i bambini di Rachel.
Un pomeriggio,qualche giorno prima,eravamo in salotto e Jake aveva spiegato a noi e a Nessie il motivo per cui Rachel avesse chiamato la figlia Sarah. La mamma di Jacob si chiamava Sarah. Molti anni prima era morta in un incidente d’auto nel quale Billy era rimasto ferito e per questo fu costretto sulla sedia a rotelle. Jacob parlava poco di sua madre,ma quando ne parlava i suoi occhi brillavano di una luce diversa. Ogni tanto si commuoveva,ma per non darlo a vedere fingeva di aver qualcosa di importante da sbrigare con il branco proprio in quel momento.
Quel giorno eravamo tutti impegnati nelle nostre comuni attività quotidiane, stavo di fatto sprofondata sul divano del gazebo completamente immersa nella lettura di un libro di Shakespeare, insieme a Rosalie ed Alice che stavano riordinando l'ultimo album di foto di famiglia.
Erano straordinarie per certe cose: avevamo documentazioni fotografiche della famiglia Cullen, a partire dalla nascita della prima macchina fotografica.
Ogni immagine era ordinata all'interno di album datati e decorati ad arte: non faceva per me, potevano farmi fare qualsiasi altra cosa, ma per quel genere di lavoro non avevo la stoffa. Mi annoiavo a morte quando Alice praticamente mi obbligava ad aiutarla, ma quel mattino era stata stranamente accondiscendente e aveva chiesto a Rosalie di raggiungerci.
Sapevo per certo che non mi avrebbero lasciata in pace, ma tutto sommato era sempre meglio che mettere in ordine delle fotografie.
Via via che gli anni passavano le foto di famiglia si erano arricchite di nuovi componenti e questo fu di grande stimolo per Rosalie.
“Non avrei mai pensato che un giorno le nostre foto avrebbero compreso anche gli indiani Quileute!,disse Rose come se nulla fosse.
“Beh Rose”, la imbeccò Alice che rideva di sottecchi,”diciamo pure che se Bella non fosse entrata nelle nostre vite come un uragano e non fosse poi anche entrata a far parte della famiglia a tutti gli effetti, alcune grandi rivoluzioni che ci hanno visti tutti protagonisti, non ci sarebbero sicuramente state!”.
“Su questo hai ragione da vendere Alice. Di sicuro gli indiani Quileute non sono l'unica cosa che Bella ci ha regalato, no?”, le rispose Rose con un tono che conoscevo fin troppo bene.
“Rose, non avrai mica intenzione di ricominciare sempre con la solita storia. Vero?”, le chiese acida, visto che aveva, con Alice, interrotto la mia attenta lettura.
“E dai Bella, lo sai che mi piace punzecchiarti su certi argomenti e ogni volta, tutte le volte, te la prendi come se ci fossimo infinitamente antipatiche! Uffa così non è divertente, Bella!”.
Sapevo che aveva ragione, negli anni il nostro rapporto si era rafforzato molto, ma con Rose lo scontro era quasi una tappa obbligata anche se comunque il risultato finale era sempre quello di trovarci comunque d'accordo qualunque fosse stata la questione iniziale.
Mentre stavamo disquisendo su quali e quante innovazioni avevo apportato con il mio arrivo alla nostra famiglia ed al suo stile di vita, lo sguardo di Alice si perse nel vuoto. Eccola l'ennesima visione.
“Alice”, dissi,”che cosa vedi?”.
“La partenza è fissata! Tra poco più di tre settimane! Sono in parecchi...., le mogli invece rimangono a Volterra...”, disse Alice.
“Senza..senza mogli?”chiesi io.
“Sono sicuri di farcela senza fare troppa fatica!”, tuonò Rose come se questo fatto urtasse il suo lato da combattente qual'era.
“Non riesco a capire, vedo tutto nero è come se fosse una notte senza luna e poi fuoco, un incendio forse, ma non ne sono sicura!”, disse ancora Alice, “Aro ha un'unica grande preoccupazione, non riesce a contattare i suoi qui e questo è per lui e i suoi fratelli motivo di grande tormento. Non sanno cosa aspettarsi quando saranno qui.”.
“Glielo facciamo vedere noi cosa si devono aspettare quei tre! Avranno delle gran brutte sorprese!”, aggiunse Rose sempre più arrabbiata.
“Già!”, dissi digrignando i denti.
Edward che aveva ascoltato i pensieri della sorella, si era precipitato al gazebo del retro con gli altri: arrivarono che mi sembrarono la cavalleria.
“Calma ragazzi!”, dicemmo all'unisono noi tre, “Sapevamo che doveva succedere no? Questa è solo la conferma che finalmente si sono decisi a partire. Punto. Ora non ci resta che aspettare.”, continuai mesta e al contempo eccitata, come se quell'attesa forzata non facesse altro che aumentare la rabbia al calor bianco che covavo dentro da ormai troppi mesi.
La scena sembrava ancora una volta ripetersi, come dodici anni prima, con l'unica differenza che in questa occasione eravamo preparati e nulla ci avrebbe colto di sorpresa: eravamo ben consapevoli del perchè i Volturi avessero deciso di tornare. L'obbiettivo andava ben oltre l'assimilazione di alcuni di noi, il cardine della loro decisione stava nell'ultima possibilità di ottenere vendetta per l'onta subita.
Tutti i nostri amici erano già qui con noi, il piano contro il clan d'Irlanda era miseramente fallito come del resto anche quelli che si erano avvicendati qui. Ora era necessario ragionare su come agire e su come impostare il possibile scontro, dovevamo stare in allerta, tutti, ma soprattutto Alice che aveva l'ingrato compito di fornirci più informazioni possibili sulle decisioni dei tre.
Oltretutto non poter vedere i lupi costituiva sempre un grande ostacolo a tutte le nostre strategie. Anche se secondo Alice avevamo la vittoria in tasca, io non ero affatto sicura che ce l'avremmo fatta senza subire perdite e a quell'idea non riuscivo a non tremare: qualora uno o alcuni di noi avessero perso la vita sarebbe stato un dolore insopportabile per tutti gli altri.
“Ascoltate, sappiamo che lasceranno l'Italia tra tre settimane circa,”, disse Edward e proseguì,”fino a quel momento dobbiamo vigilare e cercare di capire in quanti sono e in che modo intendono attaccarci. E per fortuna questa volta Alice è qui con noi....”, Edward non finì la frase e chiuse gli occhi, la sua espressione mutò. Sapevo a cosa stava pensando: il ricordo di Alice che se ne andava lasciandoci credere di averci abbandonati tornò vivo nelle nostre menti. Ma oggi fortunatamente non era così quindi avevamo un unico dovere quello di guardare avanti.
“Ehi folletto!”, la voce di Jake attrasse la nostra attenzione. Lui e Nessie erano appena tornati da una battuta di caccia nei territori attorno alle nostre proprietà.
”Sbaglio o sembra che ci siano delle novità?”, le chiese ancora Jake con lo sguardo preoccupato e le braccia conserte.
“Già!”, gli rispose Alice,”ma come sempre voi continuate ad essere delle nebulose, accidenti!”.
“Che intendi dire?”, le fece eco Sam.
“Sbaglio o riesci a vedere Embry?”, le chiese Edward. Non riuscii a seguire il loro discorso. Certo. Edward la faceva facile,del resto lui poteva leggere nel pensiero!
“Sì e allora?”, lo spronò Alice.
“Dai Paul stai calmo per favore!”, gli disse Embry senza guardarlo negli occhi e in tono assolutamente colloquiale. Ci fu solo un ringhio cupo di risposta.
Negli anni il carattere di Paul non era cambiato di una virgola, era sicuramente maturato e aveva imparato a controllarsi; l'amore incondizionato di Rachel e l'arrivo dei bambini l'avevano sicuramente ammansito ed era marito e padre esemplare, ma quando la furia gli si scatenava dentro aveva sempre bisogno di qualcuno che lo aiutasse a calmarsi ed Embry questo lo sapeva bene.
“Allora Edward, quale sarebbe la tua fantastica idea!”, chiese Alice.
“Dividere i branchi è rischioso. Per come la vedo io è necessario tenere i due branchi uniti e soprattutto Embry deve farne parte in maniera attiva, in modo che Alice vedendo lui abbia di fatto la sicurezza di sentire anche gli altri attraverso i suoi pensieri e i suoi movimenti.”, concluse Edward.
“Io non leggo nel pensiero, posso solo vedere le conseguenze delle loro decisioni!”, le disse Alice.
“Questo lo so....”, Edward stava per spiegarle quando Jacob, messo a fuoco il discorso la interruppe bruscamente dicendole:”Che intendi quando dici, farne attivamente parte: Embry è uno di noi e lo sarà per sempre!”.
“Jacob, lo sai anche tu che non è così. Solo alcuni di voi, e se devo dirla tutta un paio o forse tre non di più, hanno accettato la situazione che si è creata,”, disse con voce seria Edward, “so che non a tutti va ancora giù il fatto che ci sia un alleanza fra noi e voi.”
“Continua!”, gli disse Sam, “Ti ascoltiamo!”.
Annuì e parlò:”Embry è sempre più solo ed isolato dal gruppo da un po’ di tempo a questa parte. Ricordo che qualche mese fa ero a caccia con Jacob. Mi disse che Embry aveva difeso in un’accesa discussione uno di noi Cullen. Molti gli sono andati contro. Jacob mi disse che Embry avrebbe voluto lasciare il branco,ma non sapeva come dirvelo e non voleva nemmeno farlo. Inoltre,temeva che Sam lo costringesse a restare. Credo,non so se sia questo il reale motivo,che Embry abbia imparato ad agire secondo la logica. E con questo non voglio dire che voi siate incoscienti,ma che non ha più seguito l’istinto. Almeno credo sia questo il motivo.”
A quel punto fu Sam a parlare spiazzando tutti quanti a partire dai suoi compagni :”Edward ha ragione. Come i miei fratelli nemmeno io ho accettato questa situazione e me ne prendo tutta la responsabilità. Non ho fatto nulla perché le cose andassero diversamente, ma non intendo lasciare che un fratello ci abbandoni solo perché siamo stati così ottusi da non capire.”.
Ero attonita come tutti gli altri del resto: non avrei scommesso nemmeno un centesimo sul fatto che un giorno lontano avrei sentito Sam pronunciare un simile discorso.
“L'unione delle nostre famiglie non era concepibile un tempo. Ma quel tempo è finito quando Bella è entrata nelle vite di tutti noi modificando di fatto tutti gli assetti naturali delle cose. Ci ha dimostrato che l'amore incondizionato può tutto e il primo esempio lampante che abbiamo avuto e che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni ormai da anni è l'unione forte ed indissolubile tra Renèesme e Jacob.”, Sam pronunciò quelle parole con una solennità tale che non si poteva non stare ad ascoltare. Ma non aveva ancora finito.
“L'unione di due entità provenienti da mondi completamente diversi è ormai innegabile. Fratelli non siete d’accordo?”.
I giovani Quileute annuirono in silenzio, sapevano che quel discorso di Sam sapeva di buono e di svolta, forse non tutti inizialmente avrebbero capito, ma con il tempo sicuramente sarebbero stati grati per quelle parole.
Edward fece un sorriso dolce e annuendo disse:”Grazie per avermi concesso di fare una piccola parentesi.”.
La nuova piega che avevano preso le cose quel giorno, avrebbe unito definitivamente il popolo Quileute alla famiglia Cullen e a coloro che avessero abbracciato il nostro modo di vivere. Mi sentivo stranamente felice ed allo stesso tempo inquieta. Ero certa che le novità non fossero finite: molti ancora erano gli eventi con i quali avremmo dovuto fare i conti, molte le questioni ancora non risolte.
Ma il nuovo spirito che aleggiava su di noi aveva portato anche una rinnovata fiducia.
A quel punto però Alice interruppe tutti dicendo:”OK, OK, tanti bei discorsi, siete sicuramente tutti in gamba, non lo metto in dubbio! Ma io vedo Embry non Jacob. Lui ama Nessie e credo che ormai ci abbia accettati,perché non riesco a vederlo o non riesco a vedere quando lui mi è accanto?”, rivolgendosi ad Edward.
“Beh,non è detto che Jacob agisca secondo la propria ragione. Embry in quel momento si è fermato a riflettere,non credo che Jacob lo faccia,o almeno lo fa poche volte.”, rispose Carlisle.
“Facciamo un tentativo. Jake cosa vorresti fare?”, disse Sam.
“Al momento vorrei...correre.”
“Bene. Jacob,ragazzo. Prova a frenare questo istinto. Prova a riflettere sul motivo per cui tu vuoi correre.”
Jacob rimase in silenzio per qualche istante,con gli occhi chiusi e una mano in quella di Nessie.
Rimanemmo tutti in attesa...
“Jacob. Lo vedo che passeggia con Nessie. Lo vedo!”, tuonò Alice.
“Alice!”, la rimproverò bonario Edward.
“Cosa?”, disse Alice,
“Non guardare oltre.”, le rispose Edward pacato.
“Perché?”
“Una parola:privacy.”rispose Edward serio,poi continuò,poggiandole una mano sulla spalla e dicendole: “Cara Alice,abbiamo risolto molti dei nostri problemi.” E aveva ragione. Sarebbe bastato poco. Sarebbe bastato un piccolo sforzo da parte del branco di Jake. Sarebbe bastato di nuovo uno sforzo da parte di tutte e due le famiglie. All’improvviso vidi il sorriso di Alice sparire. I suoi occhi avevano perso la solita luce che li contraddistingueva. Stava avendo una visione. Anche Edward improvvisamente rimase come pietrificato. Non c’è dall’armarsi. Tranquilla Bella. Stanno esagerando. Pensai. Ma sapevo perfettamente che Edward non era il tipo che si preoccupava così facilmente. Quindi,mentirmi per rendermi la verità un po’ meno amara in quel momento non sarebbe servito a nulla quando la realtà mi avrebbe sbattuto con forza sul petto,togliendomi il respiro.
WOW...mi hai tolto le parole di bocca, io...io...non so veramente cosa dire. ok, mi sforzo. partendo dalle cose ovvie...WOW WOW WOW...
RispondiEliminadi una cosa, xò nn sn contenta. NON MI PUOI LASCIARE COSì!!!! già nn resistevo più dalla voglia di leggere il capitolo, e poi, mi lasci con un dilemma simile????uffi, mi sa che nn dormirò bn sapendo che Alice ha avuto una visione, e dobbiamo aspettare....va be', ti perdono se scrivi il prossimo il più presto possibile, e cmq quello dell'altra volta era più che scorrevole, nn ti preoccupare. asp con ansia il prossimo capitolo, baci francesca
Grazie francesca!
RispondiEliminaNon ti conviene non dormire bene...qua si parla di aspettare circa due settimane...mi dovete scusare! Io non vorrei non pubblicare il capitolo...è solo che la prossima settimana ho gli esami e non posso dedicarmi ad altro se non allo studio...
mi dispiace tantissimo...perchè capisco cosa si prova.
Sperando che mi perdoniate vi mando un bacio!
Bella (ammin)
va bn, al massimo prenderò una camomilla!!!!!XD e al massimo nn dormirò stanotte, cmq nn fa nnt, se hai gli esami è meglio studiare, a me mi fanno una testa tnt, e gli esami li ho l'anno prossimo!!!!! vorrà dire che resisterò...credo. dai che scherzo!!!!! un bacio francesca
RispondiEliminaBellissimo ...
RispondiEliminawooooow!!!!!!!!!!ho i brividi...ho le lacrime come sempre !!!!!siete bravissime adoro questo libro e se mai uscirà sarò la prima a comprarlo
RispondiEliminabellissimo sn senza parole
RispondiEliminavorrei leggere già il prox capitolo ma ank?io ho gli esami e ti capisco!che ci possiamo fare!xrò quando finiamo gli esami doppia razione di capitoli ok?XD
dv dire chè è semplicemente bellissimo, nn ci sn parole per descriverlo, dovrei inventare un aggettivo adatto...complimenti
RispondiEliminaE' STRA-IPER-SUPER-ULTRAfantasticooooooooo! :) Mamma mia, neanche me l'aspettavo così belloooooo! Grazie, Bella, per farci emozionare così tanto! E, ovviamente, non vedo l'ora di leggere la visione di Alice :) (lo voglio lunghissiiiiimooooooo il capitolo...così mi occupa molto tempo x leggerlo e rileggerlo..e poco tempo x l'attesa....che è insopportabile xD)
RispondiEliminaChe bellooooooo!! io AMO questo blog! e soprattutto amo voi che scrivete il libro! sembra relamente il continuo della saga. siete fantastiche! cmq l'8 capitolo non era per nulla non scorrevole! sarà che io mi sn appassionata ormai e qnd ogni capitolo è solo piu bello! COMPLiMENTiii VERAMENTE STUPENDO! Marica
RispondiEliminaChe bello!!! ma quando posti il capitolo 10? io spero presto non vedo l'ora di leggerlo .l'8 capitolo non era per nulla non scorrevole!! spero che il prossmo sia più lungo ma anche così va benissimo, e veramente stupendo !!!!!!!!!!!!!!!!! Adriana
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